Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'attenuante del danno di speciale tenuità prevista dall'art. 62, n. 4, c.p. in relazione al delitto di rapina, deve considerare non solo il modesto valore economico del bene sottratto, ma anche gli effetti dannosi connessi alla lesione della libertà, integrità fisica e morale della persona aggredita per la realizzazione del profitto. Pertanto, l'attenuante può essere riconosciuta solo ove la valutazione complessiva del pregiudizio arrecato sia di speciale tenuità, sulla base di un apprezzamento riservato al giudice di merito e non censurabile in sede di legittimità, se immune da vizi logico-giuridici. Il giudice di appello, nel caso in cui il ricorrente abbia criticato puntualmente la mancata concessione dell'attenuante, ha l'obbligo di esaminare tale specifica doglianza, pena la sussistenza del vizio di mancanza di motivazione, ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p., quando le argomentazioni addotte siano prive di completezza in relazione a censure dotate del requisito della decisività.