Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15697 del 8 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15697PEN

Massima

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Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato in assenza del difensore, ai sensi dell'art. 350 comma 5 c.p.p., non possono essere utilizzate direttamente come prova nel processo, ma legittimano l'attività di indagine successiva della polizia giudiziaria, i cui risultati sono pienamente utilizzabili in giudizio. Pertanto, la testimonianza dell'ufficiale di polizia giudiziaria che riferisce sull'esito delle indagini svolte a seguito delle indicazioni ricevute dall'indagato nell'immediatezza del fatto non rientra nei divieti di cui agli artt. 350 comma 6 e 62 c.p.p., essendo il frutto di una attività investigativa legittimamente compiuta. Il divieto di utilizzazione delle dichiarazioni spontanee dell'indagato non si estende ai risultati delle indagini svolte sulla base di tali dichiarazioni, le quali rimangono pienamente conoscibili e utilizzabili dal giudice ai fini della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinan - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1490/2012 CORTE APPELLO di PALERMO, del 30/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/12/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale dott.ssa FODARONI ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

per il ricorrente e' presente avv. (OMISSIS), l…

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