Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25245 del 5 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:25245PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura quando la condotta abituale dell'imputato, caratterizzata da reiterate e sistematiche aggressioni fisiche e psicologiche nei confronti del familiare, integra un perdurante stato di soggezione e di sofferenza della vittima, indipendentemente dall'effettiva sussistenza di lesioni fisiche accertate. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà dell'agente di sottoporre il familiare a tale condizione di abuso e prevaricazione, senza che sia necessaria la specifica finalità di cagionare un danno. La valutazione della credibilità della persona offesa, ove congruamente motivata, è insindacabile in sede di legittimità, così come l'apprezzamento del giudice di merito circa l'indispensabilità di nuove prove istruttorie nel giudizio di appello. L'inosservanza di disposizioni amministrative sull'assegnazione interna dei procedimenti non determina nullità del processo, se non in caso di stravolgimento dei principi essenziali dell'ordinamento giudiziario, e l'espulsione dell'imputato dall'aula è legittima ove preceduta da ammonizione e persista il comportamento tale da impedire il regolare svolgimento dell'udienza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/09/2017 della Corte d'appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BASSI Alessandra;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CANEVELLI Paolo, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Milano, in…

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