Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27679 del 14 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27679PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La permanenza della condizione delinquenziale e della partecipazione attiva all'organigramma di un'associazione di tipo mafioso, anche dopo un periodo di detenzione cautelare, può giustificare il mantenimento della misura cautelare, nonostante la possibile interruzione temporanea del vincolo associativo. Ciò in quanto la contestazione di un nuovo episodio di partecipazione associativa, basato su elementi probatori sopravvenuti, costituisce un fatto distinto e autonomo rispetto alla precedente imputazione, non soggetto al meccanismo di computo dei termini di custodia cautelare previsto dall'art. 297, comma 3, c.p.p. La valutazione della persistenza della pericolosità sociale del soggetto e del concreto pericolo di reiterazione del reato rientra nell'ambito del giudizio di merito rimesso al Tribunale della libertà, la cui motivazione specifica sugli elementi di prova non è sindacabile in sede di legittimità, se non per vizi logici o manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. AGRO' Antonio S. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 722/2010 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 21/10/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CITTERIO Carlo;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante per il rigetto;

Udito il difensore Avv. Pitari per l'accoglimento.

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Il Tribunale di Reggio Calabria ha respinto l'appello di …

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