La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: L'acquisizione di dati probatori ottenuti mediante l'esecuzione di Ordini Europei di Indagine (OEI) da parte di autorità giudiziarie straniere, anche se relativi a comunicazioni effettuate attraverso sistemi di messaggistica criptata come Sky Ecc, è legittima e utilizzabile nel procedimento penale italiano, in quanto tali dati hanno natura di prova documentale ai sensi dell'art. 234 c.p.p. e non di intercettazione ai sensi degli artt. 266 e ss. c.p.p. L'autorità giudiziaria italiana non è tenuta a verificare la regolarità delle modalità di acquisizione di tali dati da parte dell'autorità straniera, vigendo la presunzione di legittimità dell'attività svolta all'estero, salvo che non emergano specifici elementi di criticità in ordine al rispetto dei diritti fondamentali e del principio di proporzionalità, la cui dimostrazione incombe sulla difesa. L'utilizzabilità di tali prove documentali non è, pertanto, condizionata alla messa a disposizione delle parti di tutto il compendio investigativo svolto all'estero, essendo sufficiente la trasmissione degli esiti dell'attività probatoria compiuta sotto il controllo dell'autorità giudiziaria straniera.