Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50150 del 21 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:50150PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta violenta o minacciosa, pur avendo ad oggetto un preteso diritto, assume caratteri di tale gravità e sistematica pervicacia da denotare una prava volontà ricattatoria, che fa sfociare l'azione in mera condotta estorsiva, privando la vittima di ogni possibilità di scelta. Ciò si verifica anche quando il diritto azionato risulti discutibile o inesistente, essendo sufficiente che le modalità della condotta, caratterizzate da violenza gratuita e sproporzionata rispetto al fine, siano tali da escludere la configurabilità del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. In tali casi, la valutazione circa la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di estorsione, ovvero la consapevolezza dell'inesistenza del diritto fatto valere, non incide sulla qualificazione giuridica del fatto, ma rileva soltanto ai fini della modulazione della pena, attraverso il riconoscimento di eventuali circostanze attenuanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. ALMA Marco - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - est. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1644/2013 della Corte d'Appello di Brescia del 27.11.2013;
visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere dott. Lucia AIELLI;
udite le conclusioni del Sostituto procuratore generale dott. Alfredo VIOLA che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza del 27.11.2013 la Corte d'Appello di Brescia in parziale riforma de…

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