Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16625 del 4 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:16625PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione si configura quando la minaccia, pur non essendo seguita da altri elementi concreti e non avendo sortito alcun effetto in concreto, è idonea a far sorgere nella vittima il timore di un pregiudizio concreto, coartandone così la libertà contrattuale e di autodeterminazione. La minaccia, che può essere attuata con le modalità più disparate, non richiede che avvenga mediante la prospettazione di un male tale da non lasciare al soggetto passivo alcuna libertà di scelta, essendo sufficiente che nella vittima sorga il timore di un concreto pregiudizio ove non acconsenta alla richiesta dell'agente. Ai fini della configurabilità del reato, è irrilevante che la minaccia non sia seguita da altri elementi concreti, dovendo essere valutata in astratto, sulla base della sua idoneità a far sorgere nella vittima il timore di un pregiudizio concreto. Il giudizio di merito relativo alla qualificazione dell'entità del danno, ai fini della concessione dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 4 c.p., deve ritenersi conforme a legge quando il concetto quantitativo di "specialmente tenue" utilizzato dal giudice corrisponde al dato della prescrizione normativa, che richiede una entità del danno assai modesta, tenendo conto non solo del profilo patrimoniale, ma anche della lesione della libertà e dell'integrità fisica e morale della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

2. (OMISSIS) nata il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 05/05/2011 della Corte di Appello di Palermo;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis))

che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso per entrambi gli

imputati.

FATTO

1. Con sentenza del 5/04/2011, la …

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