Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13829 del 29 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13829PEN

Massima

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Il giudice, rilevata la propria incompetenza per territorio, deve disporre la trasmissione degli atti al pubblico ministero, in applicazione dell'art. 23 c.p.p. come emendato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 70 del 1996, senza che ciò determini la regressione patologica o la stasi del procedimento, in quanto non vi è alcun ostacolo a un nuovo esercizio dell'azione penale da parte del pubblico ministero. L'abnormità funzionale del provvedimento, che determina l'impossibilità di proseguire il processo, può essere ravvisata solo quando l'atto processuale, pur non essendo estraneo al sistema normativo, comunque determini la stasi del processo e l'impossibilità di proseguirlo, in conformità con i principi affermati dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAPOZZI Angelo - Presidente

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/10/2015 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ROSATI Martino;
lette le richieste formulate dal Procuratore generale, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Propone ricorso per cassazione i…

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