Il contributo di costruzione dovuto dal titolare di un permesso di costruire per la realizzazione di un intervento edilizio è esigibile anche prima dell'ultimazione dei lavori, in quanto la legge consente il pagamento rateale di tale contributo durante il corso della costruzione. Pertanto, il mancato pagamento del contributo di costruzione entro i termini stabiliti dall'amministrazione comunale legittima l'adozione di atti di intimazione e riscossione coattiva, anche attraverso l'emissione di cartelle esattoriali, senza che ciò comporti la violazione dell'art. 16, comma 3, del d.P.R. n. 380/2001, che prevede la possibilità di ultimare i lavori entro il termine stabilito nel permesso di costruire. Tuttavia, l'amministrazione non può pretendere il pagamento di sanzioni, compensi, spese accessorie ed interessi qualora il ritardo nel pagamento del contributo di costruzione non sia imputabile al titolare del permesso, come nel caso in cui quest'ultimo abbia tempestivamente prestato idonee garanzie fideiussorie a copertura dell'importo dovuto, le quali non siano state svincolate dall'amministrazione comunale nonostante la richiesta del titolare. Pertanto, in tali ipotesi, l'amministrazione è tenuta a revocare gli atti di intimazione e riscossione coattiva emessi per il recupero di tali oneri accessori, limitando la propria pretesa al solo importo del contributo di costruzione dovuto.