Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20527 del 28 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20527PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare l'attualità della pericolosità sociale di un soggetto proposto per l'applicazione di una misura di prevenzione, può legittimamente fondarsi su elementi indiziari quali la sussistenza di precedenti penali, l'appartenenza a un'associazione mafiosa accertata anche con condanna di primo grado, nonché la mancanza di concrete manifestazioni di recesso dall'ambiente criminale, senza che ciò integri un travisamento degli elementi di prova o un'illogica svalutazione delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, le quali vanno comunque inquadrate nel contesto complessivo della vicenda giudiziaria. Pertanto, il giudizio di perdurante pericolosità sociale può ritenersi legittimamente fondato anche su condotte risalenti nel tempo, purché non eccessivamente remote, in assenza di elementi che dimostrino un effettivo distacco del soggetto dall'ambiente criminale di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FE. Sa. , n. a (OMESSO);

avverso il decreto in data 8-17 giugno 2009 della Corte di appello di Palermo;

Visti gli atti;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Lette le conclusioni del Pubblico Ministero, con le quali si chiede la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con l'ordinanza in epigrafe, la Corte di appello di Palermo confermava il decreto in data 2-7 febbraio 2009 del Tribunale di Palermo, appellato da…

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