Il reato di appropriazione indebita si configura quando l'agente, che ha ricevuto il denaro o la cosa mobile altrui per impiegarli o destinarli nell'interesse del terzo, ne dà una destinazione diversa da quella dovuta, appropriandosene e sottraendoli alla finalità per la quale ne aveva acquisito la disponibilità, indipendentemente dalla circostanza che il bene sia fungibile o infungibile. Pertanto, il soggetto che, avendo ricevuto in conto vendita beni mobili di proprietà altrui, si impossessa del ricavato della vendita incassandolo per far fronte a proprie esigenze personali, integra il reato di appropriazione indebita, in quanto ha dato al denaro una destinazione diversa da quella dovuta, in violazione del vincolo di destinazione che caratterizzava il possesso del bene. Tale condotta è penalmente rilevante ai sensi dell'art. 646 c.p., a prescindere dalla circostanza che il bene oggetto di appropriazione sia denaro o altro bene mobile, fungibile o infungibile, in quanto ciò che rileva è l'abuso del potere di disposizione del bene altrui, in contrasto con il titolo per il quale esso era stato consegnato all'agente.