Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3447 del 24 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:3447PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, consapevole di non avere diritto al profitto, persegue il suo conseguimento mediante condotte violente o minacciose, a prescindere dall'accertamento di altri reati e dalla loro perseguibilità per mancanza di querela. Ai fini della distinzione con il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, rileva non solo l'elemento soggettivo, ovvero la convinzione dell'agente di esercitare un proprio diritto, ma anche l'elemento oggettivo della condotta, in particolare la sua gravità e sproporzionalità rispetto al fine perseguito. Pertanto, quando la minaccia si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria e di tale sistematica pervicacia che vanno al di là di ogni ragionevole intento di far valere un diritto, allora la coartazione dell'altrui volontà è finalizzata a conseguire un profitto che assume ex se i caratteri dell'ingiustizia, integrando gli estremi del reato di estorsione. Inoltre, la prova del dolo di estorsione può desumersi indirettamente dalla speciale veemenza del comportamento violento o minaccioso, in quanto elemento sintomatico di una volontà costrittiva e di sopraffazione, piuttosto che di soddisfazione di un diritto effettivamente esistente e azionabile. Infine, ai fini della configurabilità del concorso nel reato di estorsione, è sufficiente la mera presenza dell'agente nei luoghi in cui si sono realizzate alcune delle condotte descritte nel capo di imputazione, senza che sia necessario un contributo causale alla commissione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosim - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza dell'08/10/2015 della Corte d'appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Cosimo D'Arrigo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Viola Guido Pompeo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso insistendo nei motivi di ricorso.
RITE…

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