Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12172 del 25 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:12172PEN

Massima

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Il sequestro di persona a scopo di rapina, aggravato dall'omicidio della vittima, integra il delitto di cui all'art. 630, comma 3, c.p., anche quando la morte della vittima non sia stata direttamente voluta dagli agenti, ma sia conseguenza non prevista né voluta della condotta delittuosa. Ai fini della configurabilità del dolo eventuale, è sufficiente che gli autori del reato abbiano accettato il rischio della verificazione dell'evento morte, senza che sia necessaria la prova di una specifica previsione dell'evento stesso. La violenza sessuale commessa in danno della vittima sequestrata, unitamente agli altri reati connessi, rientra nella medesima cornice criminosa, caratterizzata da un crescendo parossistico di violenza, anche indotto dall'abuso di sostanze stupefacenti, senza che ciò contrasti con la finalità predatoria del sequestro. Le tracce ematiche e i reperti rinvenuti sull'autovettura e sugli indumenti degli imputati, nonché le modalità dell'abbandono della vittima in condizioni di grave prostrazione, comprovano l'estrema efferatezza e virulenza dell'aggressione, escludendo l'ipotesi di un omicidio preterintenzionale. Pertanto, la condotta degli imputati integra il delitto di sequestro di persona a scopo di rapina, aggravato dall'omicidio della vittima, ai sensi dell'art. 630, comma 3, c.p., con conseguente applicazione della relativa pena, aumentata per il concorso degli altri reati commessi in continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 43/2010 CORTE APP. SEZ. MINORENNI di MILANO, del 15/07/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dott. ((omissis)), sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per la inammissibilita' del ricorso e per la condanna …

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