Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da alcuni esercenti di "minimarket" situati nel centro storico di Firenze avverso l'ordinanza sindacale che imponeva la chiusura anticipata di tali attività commerciali rispetto ad altre esercenti la vendita di bevande alcoliche, ha affermato il seguente principio di diritto: La differenziazione degli orari di chiusura imposta dal Comune di Firenze tra gli esercizi di vicinato alimentari e misti con superficie di vendita inferiore a 150 mq. che abbiano nella loro offerta commerciale bevande alcoliche, ai quali viene imposta la chiusura anticipata alle ore 22.00, e le altre attività artigianali/industriali, alimentari, gelaterie, cioccolaterie e yogurterie che parimenti vendono bevande alcoliche, alle quali è consentito di proseguire l'attività fino alle ore 24.00, risulta priva di una logica giustificazione e pertanto discriminatoria. Tale differenziazione, infatti, non trova alcuna dimostrata correlazione tra la tipologia di esercizio commerciale, comunque autorizzata dal Comune, ed i fenomeni di alcolismo e degrado urbano che l'Amministrazione intende contrastare, sicché la politica repressiva e limitativa della vendita di bevande alcoliche viene attuata in modo irragionevolmente discriminatorio a danno di una particolare categoria di esercizi commerciali. Ne consegue che l'ordinanza sindacale impugnata deve essere annullata nella parte in cui impone la chiusura anticipata alle ore 22.00 degli esercizi di vicinato alimentari e misti con superficie inferiore a 150 mq. che prevedono nella loro offerta commerciale giornaliera bevande alcoliche, non essendo tale differenziazione sorretta da alcuna logica giustificativa e risultando pertanto in violazione dei principi di uguaglianza e ragionevolezza.