Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20174 del 15 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:20174PEN

Massima

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Il dolo generico del delitto di minaccia è adeguatamente integrato dalla condotta di chi, impugnando un'arma, profferisca parole idonee a suscitare timore nell'animo della persona offesa, in considerazione del contesto in cui si è sviluppata l'azione delittuosa. L'indeterminatezza del luogo in cui è stata proferita la minaccia non costituisce vizio invalidante della sentenza, in quanto elemento non essenziale ai fini della configurabilità del reato, purché risulti provata la condotta minacciosa nel suo complesso. La mancata deduzione di un motivo di impugnazione in sede di merito non consente di sollevare la relativa questione in sede di legittimità, in ossequio al principio di autosufficienza del ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1527/2010 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 08/05/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che si richiama.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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