Consiglio di Stato sentenza n. 2486 del 2014

ECLI:IT:CDS:2014:2486SENT

Massima

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Il provvedimento di demolizione di un immobile realizzato senza alcun titolo edilizio costituisce un atto dovuto e vincolato per l'amministrazione, non assoggettato a termini decadenziali, in quanto l'abusività dell'opera non viene meno per il solo decorso del tempo, né per il preteso affidamento ingenerato nei privati dalla mancata tempestiva adozione del provvedimento sanzionatorio. L'esercizio del potere repressivo in materia edilizia, infatti, non è subordinato alla sussistenza di un attuale interesse pubblico alla rimozione dell'abuso, essendo tale interesse "in re ipsa", ovvero insito nella stessa constatazione dell'illecito edilizio. Pertanto, l'amministrazione non è tenuta a motivare specificamente in ordine all'attualità dell'interesse pubblico alla demolizione, essendo sufficiente la mera ricognizione dei presupposti di fatto e di diritto che legittimano l'adozione del provvedimento. Ciò anche in presenza di abusi "storicizzati", ovvero realizzati in epoca remota, in quanto l'inerzia dell'amministrazione non determina alcuna sanatoria dell'illecito, né fa venir meno il potere-dovere di intervento, a tutela della legalità urbanistico-edilizia. Inoltre, il mero fatto che all'epoca dell'abuso l'opera fosse sanabile mediante oblazione non incide sulla legittimità del successivo provvedimento di demolizione, atteso che il privato non può far valere alcun affidamento sulla possibilità di regolarizzare l'illecito, essendo tale facoltà rimessa alla discrezionalità dell'amministrazione. Infine, la circostanza che il privato abbia posto in essere atti negoziali e compiuto investimenti sull'immobile abusivo non è idonea a far ritenere consolidata la situazione di fatto, in quanto tali comportamenti sono del tutto colpevoli e privi di rilevanza giuridica ai fini della legittimità del provvedimento di demolizione.

Sentenza completa

N. 09276/2009
REG.RIC.

N. 02486/2014REG.PROV.COLL.

N. 09276/2009 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9276 del 2009, proposto da:
((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), quali successori ex lege di ((omissis)), già costituito per mezzo dell'amministratore di sostegno ((omissis)), tutti rappresentati e difesi dagli avv.ti ((omissis)) e Dringa Melito Pagliara e presso lo studio di quest'ultima elettivamente domiciliati in Roma, alla via dell'Oca n. 35, per mandato in calce all'atto di costituzione in riassunzione;

contro

Comune di Bologna, in persona del Sindaco pro-tempore, rappresentato e difeso dagli avv.ti ((omissis)), ((omissis)) e ((omissis)) e presso lo studio del primo elettivame…

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