Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2743 del 21 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2743PEN

Massima

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Il concorso nel reato di rapina si configura quando il contributo del concorrente, anche se non direttamente esecutivo, risulta comunque idoneo a rafforzare l'intento criminoso del compartecipe e a rendere più efficace l'azione delittuosa, essendo sufficiente la mera partecipazione psicologica e materiale all'azione criminosa, a prescindere dall'apporto causale di ciascuno. La responsabilità concorsuale può essere affermata anche sulla base di elementi indiziari, come il riconoscimento fotografico della vittima e la condotta di reciproco sostegno tra i concorrenti durante l'azione delittuosa. La determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che la esercita in aderenza ai principi enunciati negli articoli 132 e 133 c.p., e la sua congruità non è sindacabile in sede di legittimità, se sorretta da adeguata motivazione e non frutto di mero arbitrio. Pertanto, la condanna per il reato di rapina in concorso è legittima quando la sentenza di merito, attraverso una motivazione logica e coerente, dimostri la responsabilità del concorrente sulla base di elementi probatori, come il riconoscimento fotografico e la condotta di reciproco sostegno durante l'azione delittuosa, a prescindere dall'apporto causale di ciascuno, essendo sufficiente la mera partecipazione psicologica e materiale all'azione criminosa, e la determinazione della pena risulti congrua e adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. IMERIALI Luciano - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 4530/2011 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 08/05/2013;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI LEO G. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Firenze in parziale riforma della sentenza di primo grado condannava l&#x…

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