Il condono edilizio è una misura legislativa straordinaria che consente di sanare, in via eccezionale, costruzioni abusive già realizzate alla data stabilita dalla legge, ma solo entro rigorosi limiti quantitativi e percentuali. Tali limiti, fissati dall'art. 32, comma 25, del d.l. n. 269/2003, convertito in l. n. 326/2003, operano congiuntamente, sicché gli incrementi volumetrici consentiti non devono essere superiori al 30% della cubatura della costruzione originaria e non possono in ogni caso eccedere i 750 mc. Pertanto, il manufatto abusivo che eccede tali limiti non è suscettibile di sanatoria, neppure attraverso la successiva demolizione di parti eccedenti e la realizzazione di un nuovo ampliamento, in quanto ciò configurerebbe un'elusione dei termini di ammissione al condono. Inoltre, la legge sul condono edilizio del 2003 ammette il condono per opere non residenziali solo nel caso di "ampliamento" e nei limiti previsti dalla sua prima parte, non consentendo la sanatoria di nuove costruzioni non residenziali oltre tali limiti.