Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36572 del 21 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:36572PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso richiede, oltre alla prova della condotta estorsiva e dell'ingiusto profitto, l'accertamento di una condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione e conseguente intimidazione proprie delle organizzazioni di tipo mafioso. Non è sufficiente il mero collegamento degli imputati con contesti di criminalità organizzata o la loro "caratura mafiosa", essendo necessario che l'agente si comporti come mafioso oppure ostenti, in maniera evidente e provocatoria, una condotta oggettivamente idonea ad esercitare sui soggetti passivi la specifica coartazione e intimidazione tipica del metodo mafioso. La mera reazione di timore delle vittime non è elemento sufficiente, dovendosi accertare concretamente l'utilizzo di tale metodo da parte degli imputati nell'occasione delittuosa contestata. In assenza di tali elementi, la circostanza aggravante del metodo mafioso non può essere ritenuta sussistente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierlui - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

3) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

4) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

5) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1824/2010 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 27/06/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/07/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERLUIGI DI STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VITO D'AM…

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