Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società concessionaria autostradale S.A.T.A.P. S.p.A. avverso il provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha disposto l'adeguamento tariffario pari allo 0,00% per l'anno 2020, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La disciplina degli adeguamenti tariffari nel settore delle concessioni autostradali è regolata dall'art. 21, comma 5 del D.L. 355/2003, il quale prevede che il concessionario formuli al concedente, entro il 15 ottobre di ogni anno, la proposta di variazioni tariffarie e che con decreto motivato del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, siano approvate o rigettate le variazioni proposte, con verifica della correttezza dei valori inseriti nella formula revisionale e della sussistenza di gravi inadempienze del concessionario. 2. L'art. 13 del D.L. 162/2019 ha previsto il differimento del termine per l'adeguamento delle tariffe autostradali relative agli anni 2020 e 2021 sino alla definizione del procedimento di aggiornamento dei piani economici finanziari predisposti in conformità alle delibere adottate dall'Autorità di regolazione dei trasporti ai sensi dell'art. 16, comma 1, del D.L. 109/2018. Tale disposizione esprime una discrezionalità legislativa, non sindacabile sotto il profilo della legittimità costituzionale, essendo finalizzata al perseguimento di interessi pubblici, quali la promozione della concorrenza e dell'efficienza nel settore autostradale. 3. Il nuovo sistema tariffario, basato sul metodo del price cap con determinazione dell'indicatore di produttività X a cadenza quinquennale per ciascuna concessione, è stato adottato dall'Autorità di regolazione dei trasporti nell'esercizio dei poteri attribuiti dall'art. 37, comma 2, lett. g) del D.L. 201/2011, al fine di valutare e indirizzare l'ottimizzazione del livello di produttività delle gestioni, stimolando la concorrenza per confronto. Tale nuovo sistema tariffario non risulta illegittimo sulla base delle censure proposte dalla società ricorrente. 4. In relazione al mancato riconoscimento a fini regolatori di quota parte degli investimenti effettuati dalla concessionaria, il Tribunale ha ritenuto che le valutazioni istruttorie dell'Amministrazione, fondate sulla nuova metodologia di regolazione tariffaria, non risultano affette da errori o vizi tali da renderle illegittime.