Cassazione penale Sez. III sentenza n. 38483 del 17 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:38483PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che presenta ripetutamente certificazioni mediche false per giustificare le proprie assenze dal servizio, ottenendo indebitamente la corresponsione della retribuzione, commette il reato di truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione, anche qualora l'ente abbia successivamente accertato le irregolarità e sospeso l'erogazione delle somme. La condotta fraudolenta è infatti idonea a indurre in errore l'amministrazione, a prescindere dall'esito dei controlli successivi, essendo sufficiente che l'ente abbia effettivamente corrisposto le retribuzioni per i periodi di assenza ingiustificata. Il reato si consuma con l'avvenuta percezione dell'indebito, senza che rilevi la mancata attivazione di provvedimenti di sospensione da parte dell'ufficio competente, dovuta eventualmente a carenze organizzative interne. Inoltre, la particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'art. 131-bis c.p., non può essere riconosciuta quando le condotte fraudolente siano reiterate e il danno complessivamente arrecato, seppur interamente risarcito, non risulti esiguo. Infine, il termine di prescrizione del reato di truffa decorre dalla corresponsione dell'indebita retribuzione e non dalla data di emissione dei singoli certificati medici falsi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LIBERATI Giovanni - Presidente

Dott. SEMERARO Luca - rel. Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/11/2018 della CORTE APPELLO di TRENTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SEMERARO LUCA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa PICARDI ANTONIETTA;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Trento, con la sentenza del 15 maggio 2015, …

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