Cassazione penale Sez. III sentenza n. 41757 del 5 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:41757PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri si configura quando sussistono i seguenti elementi: 1) un vincolo associativo tendenzialmente permanente o comunque stabile, destinato a durare anche oltre la realizzazione dei singoli reati programmati; 2) l'indeterminatezza del programma criminoso, che distingue il reato associativo dall'accordo che sorregge il concorso di persone nel reato; 3) l'esistenza di una struttura organizzativa, sia pur minima, ma idonea e adeguata a realizzare gli obiettivi criminosi. Tali elementi possono essere desunti da una pluralità di indizi, quali: la suddivisione della "piazza" di spaccio in zone presidiate da "referenti" che operano secondo orari e modalità prestabilite, senza autonomia decisionale, e fanno riferimento a un soggetto che esercita un ruolo apicale e direttivo, stabilendo prezzi, quantitativi e compensi; l'esistenza di luoghi deputati all'occultamento della merce e di stabili canali di approvvigionamento; la presenza di una "cassa comune" in cui confluiscono i proventi dell'attività illecita. Il ruolo di "capo" dell'associazione può essere attribuito a colui che, pur non essendo al vertice dell'organizzazione, eserciti incarichi direttivi e risolutivi nella vita del gruppo criminale e nel suo esplicarsi quotidiano in relazione ai propositi delinquenziali realizzati, come stabilire la "paga" dei sodali, gestire i contatti con i fornitori, risolvere eventuali problemi o dissidi insorti tra i partecipanti. La presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista per il reato di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri può essere superata solo in presenza di elementi concreti e specifici, diversi da quelli che hanno fondato il giudizio di gravità indiziaria, idonei a dimostrare l'insussistenza del pericolo di reiterazione del reato, anche in considerazione del ruolo apicale assunto dall'indagato nell'ambito del sodalizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. MOCCI Mauro - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. ANDRONIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/03/2016 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCARDI Giuseppe;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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