Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43208 del 19 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:43208PEN

Massima

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Il legittimo esercizio del diritto di critica professionale, anche se espresso in toni polemici o ironici, non integra il reato di diffamazione quando si fonda su un nocciolo di verità e si mantiene entro i limiti della continenza, senza degenerare in attacchi gratuiti o ingiustificati alla sfera privata della persona. Il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di criticare quelle altrui, tutelato dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, si estende anche alle manifestazioni di pensiero "sgradevoli, che urtano, scuotono o inquietano", purché siano connesse all'esercizio di un diritto o dovere e non travalicano i confini della legittima critica. L'errore dell'agente sulla fondatezza delle proprie critiche, se non dovuto a colpa, esclude comunque l'elemento soggettivo del reato di diffamazione, che è punito solo a titolo di dolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ch. Ga., nato il (OMESSO);

avverso la sentenza in data 30.11.2007 del Giudice di pace di Arezzo;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. M. Stefania Di Tomassi;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Fraticelli Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Uditi per il ricorrente g…

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