Il giudice dell'esecuzione non può rideterminare la pena inflitta con sentenza divenuta irrevocabile sulla base di una successiva modifica normativa più favorevole, in quanto l'irrevocabilità della sentenza penale costituisce un limite invalicabile all'applicazione retroattiva della lex mitior ai sensi dell'art. 2, comma 4, c.p., essendo il fenomeno della successione di leggi penali nel tempo nettamente distinto e non comparabile con quello della declaratoria di illegittimità costituzionale, che produce effetti ex tunc. Pertanto, l'incidente di esecuzione volto a ottenere la rideterminazione della pena in ragione di una modifica normativa sopravvenuta è inammissibile, non potendo il giudice dell'esecuzione derogare al principio di intangibilità del giudicato penale. La declaratoria di illegittimità costituzionale di una norma penale diversa da quella incriminatrice, incidente sulla commisurazione della pena, consente invece al giudice dell'esecuzione di rideterminare la sanzione, in applicazione dei principi affermati dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 42858 del 2014, Gatto, in quanto tale fenomeno si pone su un piano diverso rispetto alla successione di leggi penali nel tempo.