Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10892 del 12 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:10892PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, per ragioni del suo ufficio o servizio, abbia il possesso o la disponibilità di denaro o altra cosa mobile altrui, e se ne appropri, commette il reato di peculato, a prescindere dalla natura del rapporto di lavoro intercorrente con l'ente presso cui presta servizio. L'elemento discretivo tra il peculato e l'appropriazione indebita aggravata risiede nelle "modalità del possesso" del bene: il peculato ricorre quando l'agente fa proprio il bene di cui abbia già il possesso per ragioni di ufficio, mentre l'appropriazione indebita presuppone che il possesso sia stato devoluto all'agente "intuitu personae" e l'abuso dei poteri o l'inosservanza dei doveri servano all'autore non per procurarsi il possesso, ma ad agevolarlo nella realizzazione della condotta tipica. Ai fini della configurabilità del peculato, rileva il possesso o la disponibilità del bene da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, per ragioni del suo ufficio o servizio, a prescindere dalla detenzione materiale, essendo sufficiente un ampio potere autonomo sulla cosa che gli consenta di disporne, pur con l'obbligo di rispettarne la destinazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - rel. Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO Anna Emilia - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/11/2017 della Corte di appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Mirella Agliastro;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Canevelli Paolo, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avvocato (OMISSIS), del Foro di Roma, in difesa della parte civile INPS, il quale si…

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