Il Comune, in forza dell'art. 50, comma 7, del d.lgs. n. 267 del 2000, interpretato in modo costituzionalmente orientato, può disciplinare gli orari di apertura delle sale giochi e di attivazione degli apparecchi da gioco, al fine di tutelare le fasce più deboli della popolazione contro i rischi della ludopatia, purché tale intervento sia adeguatamente motivato, proporzionato e non manifestamente irragionevole. Tale potere comunale si giustifica in ragione della necessità di contemperare lo svolgimento di tali attività economiche con la presenza, sul territorio, di luoghi sensibili frequentati da soggetti maggiormente vulnerabili, come minorenni e anziani, e di arginare gli effetti dannosi del gioco compulsivo sulla salute pubblica, senza che ciò si ponga in contrasto con i principi di liberalizzazione delle attività economiche privata, atteso che le limitazioni orarie sono ammesse dalla legge quando siano volte a tutelare interessi pubblici preminenti, come la salute e la sicurezza pubblica. Il Comune, nell'adottare tali misure, deve comunque rispettare il principio di proporzionalità e adeguatamente motivare il proprio intervento, anche sulla base di dati e studi scientifici che dimostrino la necessità e l'efficacia delle restrizioni imposte.