Cassazione penale Sez. I sentenza n. 4082 del 1 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:4082PEN

Massima

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Il dolo nel tentato omicidio si configura quando l'agente, pur non avendo realizzato l'evento letale, ha agito con la rappresentazione e la volizione di cagionare la morte della vittima, come desumibile dalla natura e dalle modalità dell'azione, dal numero e dalla direzione dei colpi inferti, nonché dalla capacità lesiva dell'arma utilizzata. Il dolo eventuale, essendo incompatibile con il tentato omicidio, non può essere ritenuto sussistente qualora gli elementi oggettivi e soggettivi della condotta rivelino un dolo diretto, intenzionale seppur d'impeto, di uccidere. La motivazione della sentenza di merito, nel valutare la sussistenza del dolo omicidiario, deve esaminare in modo compiuto e logico gli indici circostanziali idonei a dimostrare la volontà dell'agente di cagionare la morte della vittima, senza limitarsi a considerare la mera idoneità dell'azione a provocare il decesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizi - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

In. Ro. n. il (OMESSO);

avverso la sentenza 17 aprile 2009 - Corte di Appello di Firenze;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Maurizio Barbarisi;

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Dr. Febbraro Giuseppe, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;

udite le conclusioni del difensore avv. Giribaldi Nicola che ha chiesto l'accoglimento dei motivi…

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