Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14451 del 5 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:14451PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando l'agente infligge abitualmente vessazioni e sofferenze, fisiche o morali, alla vittima, imponendole un regime di vita persecutorio e umiliante. L'elemento oggettivo del reato è integrato dal compimento di plurimi atti, anche non delittuosi, di natura vessatoria che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, senza che sia necessario che essi vengano posti in essere per un tempo prolungato, essendo sufficiente la loro ripetizione, anche in un limitato contesto temporale. Non rileva, ai fini della sussistenza del reato, che durante il periodo interessato dalla condotta vi siano stati intervalli di tempo relativamente tranquilli, né che le azioni poste in essere siano state occasionali e manifestazione di un atteggiamento di contingente aggressività, essendo invece necessario che esse integrino una persistente azione vessatoria idonea a ledere la personalità della vittima. Il reato non ricorre, invece, quando le violenze, le offese e le umiliazioni siano reciproche, con un grado di gravità e intensità equivalenti, non determinando la circostanza che la vittima abbia talvolta risposto ai comportamenti aggressivi e persecutori dell'agente la reciprocità dei comportamenti tale da escludere l'integrazione del reato. La credibilità della persona offesa, pur essendo soggetta a un vaglio più penetrante e rigoroso rispetto a quello cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone, specie quando costituita parte civile, può essere legittimamente posta a fondamento dell'affermazione di responsabilità penale dell'imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, che può essere ulteriormente corroborata da riscontri documentali e testimoniali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CRISCUOLO Anna - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/05/2022 della Corte appello di Salerno;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni del difensore della parte civile ((omissis)), avvocato (OMISSIS), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita…

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