Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10450 del 6 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:10450PEN

Massima

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Il giudice di appello, nel valutare la sussistenza dell'esimente della provocazione anche sotto il profilo putativo, deve accertare la sussistenza di un nesso di causalità ragionevole tra il fatto provocante e il fatto provocato, tale da giustificare lo stato d'ira determinato dal fatto ingiusto altrui. A tal fine, il contenuto della condotta altrui, pur se percepito come offensivo dall'agente, deve essere oggettivamente dotato di una carica spregiativa idonea a suscitare un giustificato turbamento nell'animo dell'imputato, al fine di poter annoverare la conseguente reazione ingiuriosa nell'ambito delle cause di non punibilità. La mera occasione o pretesto per riversare il proprio malanimo non è sufficiente a integrare l'esimente della provocazione, anche sotto il profilo putativo, dovendosi escludere la sussistenza del nesso di causalità ragionevole tra il fatto provocante e il fatto provocato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di PORDENONE;

nei confronti di:

1) SA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/01/2006 TRIBUNALE di PORDENONE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentito il P.G. Dott. STABILE Carmine che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

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