Cassazione penale Sez. I sentenza n. 4966 del 8 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:4966PEN

Massima

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Il principio di diritto enunciato nella sentenza è il seguente: Ai fini dell'applicazione della disciplina sulla retrodatazione dei termini di durata della custodia cautelare di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p., non è sufficiente la mera acquisizione agli atti della notizia del fatto-reato, ma è necessario che, sin dall'epoca del rinvio a giudizio, sussista il quadro legittimante l'adozione della misura cautelare, nel senso che devono preesistere gli elementi di gravità indiziaria e le esigenze cautelari che giustificano l'emissione del provvedimento restrittivo. Pertanto, qualora i gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato si siano formati in epoca successiva al rinvio a giudizio, non trova applicazione la disciplina sulla retrodatazione dei termini di durata della custodia cautelare, in quanto il quadro probatorio legittimante l'adozione della misura non era ancora integrato al momento del primo provvedimento cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CHIEFFI Severo - Consigliere

Dott. SILVESTRI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. PR. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 5815/2009 TRTB. LIBERTA' di NAPOLI, del 07/09/2009;

sentita la relazione fetta dal Consigliere Dott. GIOVANNI SILVESTRI;

sentite le conclusione del P.G. Dr. GALATI Giovanni, il quale ha chiesto dichiarare l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 7.9.2009, il Tribunale di Napoli, costituito a norma dell'articolo 3…

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