Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1985 del 16 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:1985PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di beni, quale misura di prevenzione patrimoniale, può essere legittimamente adottato nei confronti di soggetti ritenuti socialmente pericolosi in quanto appartenenti ad associazioni di tipo mafioso, anche in assenza di una rigorosa prova documentale della provenienza illecita dei beni, quando risulti comunque accertata la loro evidente sproporzione rispetto ai redditi lecitamente conseguiti dal proposto e dal suo nucleo familiare, tenuto conto altresì di acquisti immobiliari effettuati in epoca precedente a quella di accertata pericolosità sociale, in assenza di giustificazione circa la disponibilità di risorse lecite. In tali casi, il giudice può legittimamente escludere il valore probatorio di dichiarazioni testimoniali ritenute inattendibili in ragione di elementi emersi nel giudizio di merito, quali l'attribuzione formale al proposto di beni appartenenti alla cosca mafiosa di riferimento o l'elargizione alla stessa persona di donativi in natura da parte dell'associazione criminale. La valutazione della sproporzione tra i beni acquisiti e i redditi leciti disponibili, anche in relazione a precedenti acquisti, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non è sindacabile in sede di legittimità se sorretta da argomentazioni logiche e coerenti con gli elementi di fatto accertati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SCOTTI Umberto Luigi - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 17/02/2017 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Carlo Zaza;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Lori Perla, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso il decreto del 17 febbraio 2017 con il quale la Corte di appel…

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