Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45489 del 9 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:45489PEN

Massima

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Il pericolo di fuga e il rischio di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, devono essere valutati in concreto sulla base di tutti gli elementi utili risultanti dagli atti, quali il comportamento processuale e extraprocessuale dell'indagato, i suoi precedenti penali, le modalità del fatto e l'entità della pena, senza trasformare mere possibilità in rilevanti probabilità. Nell'esaminare l'idoneità degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico a soddisfare le esigenze cautelari, il giudice deve adeguatamente motivare le ragioni per le quali tale misura non sarebbe sufficiente a contenere il pericolo di fuga e di recidiva, non potendo l'eventuale indisponibilità temporanea del dispositivo elettronico comportare automaticamente l'applicazione della custodia cautelare in carcere, dovendo in tal caso il giudice valutare la specifica idoneità, adeguatezza e proporzionalità di ciascuna delle misure cautelari in relazione alle esigenze da soddisfare nel caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. COSTANZO Ange - Rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia - Consigliere

Dott. BASSI Alessandr - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 01/03/2018 del TRIB. LIBERTA' di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
sentite le conclusioni del PG Dott.ssa ((omissis)) per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza dell'1/03/2018, il Tribunale di Palermo ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere applicata a (OMISSIS) per il reato ex Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, …

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