Il vincolo di inedificabilità assoluta derivante dalla legge regionale n. 56/1980, che impone il divieto di edificazione nella fascia di 300 metri dal confine del demanio marittimo, costituisce un limite inderogabile all'applicazione del condono edilizio di cui all'art. 32, comma 27, lett. d), del d.l. n. 269/2003. Pertanto, sono condonabili soltanto le opere realizzate su immobili assoggettati a tale vincolo dopo la loro realizzazione, e solo per esse si pone l'esigenza della verifica delle ulteriori condizioni della conformità urbanistica. Nelle zone sottoposte a vincolo paesistico, sia esso assoluto o relativo, è consentita la sanatoria dei soli abusi formali, essendo escluso il condono per gli incrementi di superficie. L'approvazione del piano urbanistico territoriale tematico (PUTT/p) non incide sulla situazione in esame, in quanto gli abusi in questione sono stati realizzati in un arco temporale antecedente alla perimetrazione dei territori costruiti, nel quale il vincolo derivante dalla citata legge regionale era sussistente. Il riferimento nell'atto amministrativo all'art. 2 della l.r. n. 28/2003 non costituisce una integrazione postuma del provvedimento, ma un'ulteriore esplicitazione del principio della non condonabilità degli abusi commessi su immobili per i quali sussiste un vincolo preesistente di natura inderogabile.