Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32040 del 21 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:32040PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura anche in assenza di una percezione diretta e immediata della minaccia da parte della vittima, essendo sufficiente la mera lesione della libertà psichica della persona offesa. Pertanto, il giudice non può escludere la sussistenza del reato di minaccia sulla base della mancata percezione del contenuto minaccioso da parte della persona offesa, dovendo invece valutare oggettivamente se le espressioni utilizzate siano idonee a ingenerare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità. Inoltre, il giudice non può ritenere inattendibile la versione della persona offesa soltanto per l'assenza di riscontri specifici, qualora le dichiarazioni della stessa non risultino smentite dalle prove acquisite e siano comunque compatibili con il quadro probatorio complessivo. Infine, il reato di ingiuria sussiste anche in presenza di espressioni lesive dell'onore e del decoro della persona offesa, a prescindere dalla loro diretta riferibilità alla stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI PERUGIA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11/2012 GIUDICE DI PACE di CITTA' DELLA PIEVE, del 12/06/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. POSITANO GABRIELE;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. SELVAGGI Eugenio, ha concluso chiedendo il rigetto del…

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