Il reato di frode assicurativa di cui all'art. 642 c.p. si consuma con la ricezione da parte della compagnia assicuratrice della richiesta di risarcimento del danno, a prescindere dal conseguimento effettivo dell'indennizzo, in quanto tale condotta fraudolenta è diretta a ottenere un beneficio connesso al contratto di assicurazione e idonea a raggiungere tale scopo. La falsità del sinistro denunciato può essere accertata sulla base di un compendio probatorio convergente, anche in assenza di interventi delle forze dell'ordine o di testimonianze dirette, qualora emergano gravi incompatibilità tra i documenti acquisiti, atteggiamenti aggressivi dell'imputato nel non voler dichiarare alcunché in ordine all'evento, nonché precedenti segnalazioni di sinistri occorsi ai veicoli coinvolti. L'esclusione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. può fondarsi sulla modalità organizzata e non occasionale della condotta fraudolenta, indice di un elevato grado di colpevolezza, a prescindere dalla sussistenza di precedenti specifici o della recidiva. L'inammissibilità del ricorso per cassazione preclude la possibilità di dichiarare le cause di non punibilità, ivi compresa la prescrizione intervenuta nelle more del procedimento di legittimità.