Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20827 del 2 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:20827PEN

Massima

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Il provvedimento di custodia cautelare in carcere, pur essendo una misura restrittiva della libertà personale, è legittimo se adottato nel rispetto dei limiti temporali massimi previsti dalla legge. Tali limiti, tuttavia, possono subire sospensioni e proroghe per specifiche ragioni processuali, le quali devono essere adeguatamente motivate dal giudice. Ove il giudice ritenga che i termini massimi siano scaduti senza che sussistano i presupposti per le sospensioni o proroghe, deve ordinare la scarcerazione dell'imputato. Il ricorso avverso il diniego di scarcerazione per decorrenza dei termini massimi della custodia cautelare è ammissibile solo se, al momento della decisione, permane l'interesse dell'imputato alla pronuncia, in quanto la misura cautelare è ancora in corso di esecuzione. Diversamente, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, come nel caso in cui la misura cautelare sia già cessata per scadenza dei termini o per sostituzione con altra misura meno afflittiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Presidente

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 3135/2016 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 15/07/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELLO MAGI;
sentite le conclusioni del PG Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha chiesto rilevarsi la sopravvenuta carenza di interesse.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Il Tribunale di Napoli, costituito ai sensi dell'articolo 310 c.p.p., con ordinanza emessa in data 15 luglio 2016 ha resp…

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