Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24890 del 21 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24890PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La legittima difesa non può essere riconosciuta quando entrambi i contendenti sono animati da reciproco intento aggressivo, come evidenziato dal tipo di lesioni riportate da ciascuno, non essendo possibile in tal caso individuare una chiara distinzione tra aggredito e aggressore. In tali casi di reciproca aggressività, la condotta di ciascuno dei soggetti coinvolti deve essere valutata autonomamente, senza che possa trovare applicazione la scriminante della legittima difesa. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei presupposti della legittima difesa, deve tenere conto di tutti gli elementi emersi nel corso dell'istruttoria dibattimentale, senza limitarsi ad affermazioni apodittica, ma fornendo una motivazione chiara e logica che dia conto delle ragioni per le quali ritiene che non ricorrano i requisiti della legittima difesa. Il sindacato di legittimità sulla motivazione in ordine alla legittima difesa è precluso, in quanto attiene al merito della valutazione probatoria, che è riservata al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ZU. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 11/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udito le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

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