Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente l'assenza di un'autorizzazione necessaria per l'accesso ad una zona a traffico limitato, nonostante la concreta esposizione di tale autorizzazione sul veicolo del soggetto interessato, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico. Tale condotta è penalmente rilevante anche qualora il pubblico ufficiale si limiti a constatare l'assenza materiale del documento, senza procedere alla verifica della sua effettiva titolarità in capo al destinatario del verbale, atteso che l'elemento psicologico del reato può essere integrato dalla mera impossibilità di non essersi avveduto della presenza dell'autorizzazione esposta in modo visibile sul veicolo, in ragione della frequenza dei controlli in quella zona e della pregressa conoscenza del soggetto interessato. La liquidazione equitativa del danno morale subito dal destinatario del verbale falso, per le preoccupazioni derivanti dall'annullamento dello stesso, non è sindacabile in sede di legittimità, rientrando tale valutazione nell'apprezzamento discrezionale del giudice di merito.