Il provvedimento di revoca o nomina dell'amministratore di condominio, adottato dalla corte d'appello in sede di reclamo avverso il decreto del tribunale, ha natura di provvedimento di volontaria giurisdizione, che incide sul rapporto di mandato tra condomini e amministratore, ma non ha carattere decisorio, non precludendo la richiesta di tutela giurisdizionale piena, in un ordinario giudizio contenzioso, del diritto su cui il provvedimento incide. Pertanto, il ricorso per cassazione è ammissibile soltanto avverso la statuizione relativa alla condanna alle spese del procedimento, la quale, inerendo a posizioni giuridiche soggettive di debito e credito discendenti da un rapporto obbligatorio autonomo rispetto a quello in esito al cui esame è stata adottata, ha i connotati della decisione giurisdizionale e l'attitudine al passaggio in giudicato indipendentemente dalle caratteristiche del provvedimento cui accede. Ai fini dell'ammissibilità del ricorso per cassazione, è necessario che il ricorrente formuli in modo chiaro e sintetico il quesito di diritto, riassumendo gli elementi di fatto sottoposti al giudice di merito, la regola di diritto applicata da tale giudice e la diversa regola di diritto che, ad avviso del ricorrente, si sarebbe dovuta applicare al caso di specie, in modo da consentire al giudice di legittimità di comprendere l'errore di diritto asseritamente compiuto e di enunciare una "regula iuris" suscettibile di ricevere applicazione anche in casi ulteriori rispetto a quello deciso dalla sentenza impugnata.