Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11457 del 22 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:11457PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'agente, pur non realizzando l'evento morte, compie atti idonei e univocamente diretti a cagionarlo, accettando tale evento come possibile o probabile epilogo della propria condotta. Ai fini della sussistenza del dolo di tentato omicidio, rilevano elementi quali la natura dell'arma utilizzata, le parti del corpo della vittima attinte, la reiterazione dei colpi e la prosecuzione dell'azione violenta nonostante i primi colpi non abbiano raggiunto la persona offesa. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione di tali elementi probatori per accertare l'esistenza dell'animus necandi, anche in assenza di esplicite ammissioni dell'imputato, purché la ricostruzione dei fatti sia logica e coerente. La qualificazione del reato come tentato omicidio, anziché come lesioni aggravate, non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito risulta adeguata e conforme ai principi di diritto. Parimenti, la determinazione della pena, nel rispetto dei limiti edittali e dei criteri di cui all'art. 133 c.p., rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è censurabile in cassazione se sorretta da congrua motivazione. La recidiva di cui all'art. 99 c.p., comma 5, opera obbligatoriamente per i delitti indicati nell'art. 407 c.p.p., comma 2, lett. a), a prescindere dalla natura del precedente reato per il quale vi è stata condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LI. MA. , n. il (OMESSO);

avverso la sentenza n. 10596/2009 Reg. App. CORTE APPELLO di NAPOLI, del 14/01/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/12/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELA TARDIO;

udito il Procuratore Generale Dott. DELEHAYE ENRICO, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore del ricorrente, Avv. AUFIERO GAETANO, che ha concluso p…

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