Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13587 del 31 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13587PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico mediante induzione in errore dell'ufficiale di anagrafe, commesso al fine di percepire indebitamente indennità di missione, integra il reato di falso in atto pubblico, a prescindere dalla consapevolezza dell'agente circa l'effettiva ubicazione del luogo di residenza dichiarato, essendo sufficiente l'accertamento che l'imputato non aveva realmente assunto dimora nell'abitazione indicata. Ciò in quanto il motivo della commissione del falso, ossia la percezione indebita di indennità, costituisce solo un aspetto sintomatico del reato, mentre l'elemento essenziale è l'induzione in errore dell'ufficiale pubblico circa il luogo di residenza dell'agente. La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha affermato che una volta accertato il fatto che l'imputato non aveva effettivamente assunto dimora nell'abitazione dichiarata, la deposizione testimoniale ambigua circa la sua convinzione sull'ubicazione del luogo di residenza deve essere letta in modo univoco, in conformità con le altre risultanze probatorie, senza che ciò integri un vizio di motivazione. Il principio di diritto enunciato è che il reato di falso in atto pubblico mediante induzione in errore dell'ufficiale di anagrafe sussiste indipendentemente dalla consapevolezza dell'agente circa l'effettiva ubicazione del luogo di residenza dichiarato, essendo sufficiente l'accertamento dell'assenza di effettiva dimora in tale abitazione, a prescindere dalle ragioni soggettive che hanno indotto l'agente a compiere il falso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RI. ON. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 23/03/2006 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO; visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

Udite le conclusioni di rigetto del S.P.G. Dott. BUA Francesco.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1 - La Corte di Lecce, Sez. Taranto, in parziale riforma di condanna del Tribunale con generiche di …

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