Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9074 del 25 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9074PEN

Massima

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Il reato di corruzione si configura quando un pubblico ufficiale, abusando dei poteri connessi alla sua funzione, accetta denaro o altra utilità da un privato in cambio di atti contrari ai doveri d'ufficio, anche se il privato giustifica il pagamento come semplice atto di gratitudine. In tali casi, la mera negazione dei fatti da parte dell'imputato e l'asserzione di una generica "gratitudine" non sono sufficienti a escludere la sussistenza del reato, in assenza di riscontri oggettivi che giustifichino il pagamento. Pertanto, il giudice di merito può ritenere provata la condotta corruttiva sulla base di elementi probatori quali la confessione del pubblico ufficiale, i riscontri bancari delle operazioni finanziarie e la condotta complessiva dell'imputato, senza che ciò integri un travisamento dei fatti o un vizio di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluig - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nata il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 165 del 19/1/2012;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERLUIGI DI STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ROBERTO ANIELLO; che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita'.

Udito il difensore della parte civile avv. (OMISSIS) che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita'.

Udito il difensore dell&#x…

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