Il diniego del permesso di costruire per la realizzazione di uno stabilimento balneare è legittimo quando l'area oggetto della richiesta risulta priva di accesso diretto, in quanto il camminamento in legno che dovrebbe consentirne l'accesso insiste su un lotto di proprietà privata di un soggetto estraneo al rapporto contrattuale intercorso tra il richiedente e l'Amministrazione. In tal caso, la mancanza di accesso diretto all'area costituisce un valido motivo ostativo al rilascio del titolo edilizio, indipendentemente dalla pendenza di eventuali procedimenti penali di sequestro o dalla successiva concessione in locazione di un'area comunale limitrofa ad un terzo soggetto. L'Amministrazione non ha alcun obbligo giuridico di provvedere su un'istanza di autotutela avverso il diniego, in assenza di vizi del provvedimento impugnato. La richiesta di risarcimento danni è infondata ove non sia provata la spettanza del bene della vita, mentre la condanna per responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. e art. 26 c.p.a. presuppone la dimostrazione della mala fede o colpa grave della parte soccombente, non ravvisabili nel caso di specie.