Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17093 del 23 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:17093PEN

Massima

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Il comportamento ingiurioso e minaccioso tenuto dall'imputato nei confronti dell'avvocato della controparte, in seguito all'esecuzione di un pignoramento regolarmente disposto nell'ambito di un procedimento civile, non può essere giustificato dalla scriminante della provocazione, né dalla scriminante putativa, in quanto le attività svolte dal professionista erano pienamente legittime e l'imputato era perfettamente a conoscenza dell'esistenza del debito e del relativo procedimento esecutivo. La mancata assunzione della testimonianza del soggetto presente alla telefonata concitata tra l'imputato e la persona offesa non integra un vizio di motivazione, in quanto tale prova non risulta decisiva ai fini del giudizio, essendo già accertato il carattere gravemente offensivo e minaccioso delle espressioni utilizzate dall'imputato, in parte anche riconosciute dallo stesso e confermate dal teste presente. Pertanto, la condotta dell'imputato, consistente in ingiurie e minacce reiterate nei confronti dell'avvocato della controparte, deve essere ritenuta penalmente rilevante, in assenza di cause di giustificazione, e la relativa condanna è confermata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVINO Mariapia G. - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7/2013 TRIBUNALE di PORDENONE, del 23/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/12/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GABRIELE POSITANO;

Il Procuratore generale della Corte di Cassazione, dr ((omissis)), conclude chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il difensore di (OMISSIS) propone ricorso per cassazione contro l'ordinanza …

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