Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14195 del 28 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:14195PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (c.d. stalking) si configura quando la condotta dell'imputato, valutata nel suo complesso, risulta idonea a cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella persona offesa, ovvero a ingenerare un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone a lei vicine, determinando così una modificazione delle sue abitudini di vita. A tal fine, il giudice deve valutare la gravità, la reiterazione e la persistenza nel tempo delle condotte, anche se non tutte espressamente contestate, purché comunque emerse nel corso del processo e rilevanti ai fini della configurazione del reato. L'accertamento della responsabilità penale non richiede necessariamente l'adozione di un formale provvedimento di ammonimento da parte dell'autorità di pubblica sicurezza, essendo sufficiente che l'imputato sia stato comunque invitato a desistere dai suoi comportamenti persecutori. Inoltre, ai fini della valutazione della credibilità della persona offesa, il giudice può legittimamente considerare anche fatti estranei all'imputazione, purché emersi nel contraddittorio dibattimentale, senza che ciò comporti una violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza. Infine, il vizio di travisamento della prova può essere dedotto in sede di legittimità solo se previamente prospettato nel gravame di merito, con l'onere di indicare specificamente gli atti processuali rilevanti e di riportarne integralmente il contenuto, non essendo sufficiente una mera sintesi o l'estrazione di alcuni brani selezionati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 6/3/2017 della Corte d'appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO…

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