Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52131 del 30 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:52131PEN

Massima

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Il riconoscimento del vincolo della continuazione tra più reati, anche nell'ambito di un contesto associativo di tipo mafioso, richiede una verifica approfondita della sussistenza di concreti indicatori, quali l'omogeneità delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-temporale, le singole causali, le modalità della condotta, la sistematicità e le abitudini programmate di vita, nonché la prova che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati, almeno nelle loro linee essenziali. Non è sufficiente valorizzare la sola circostanza che il condannato abbia agito avvalendosi della spendita del nome del clan di appartenenza e utilizzando lo stato di timore in cui versavano le vittime, atteso che condotte illecite possono essere commesse nell'esclusivo interesse del reo e in adesione a uno stile di vita delinquenziale, senza perseguire un progetto complessivo unitario. Inoltre, per aversi il vincolo della continuazione tra il reato associativo e i reati scopo, è sempre necessario che le linee essenziali di ogni reato fine siano state deliberate fin dal momento della costituzione del sodalizio criminoso, non essendo sufficiente che i singoli reati rientrino nel più ampio ambito di attività svolta nel quadro associativo o costituiscano il metodo usuale di risoluzione dei conflitti interni od esterni o siano diretti a conseguire il rafforzamento della consorteria, se non erano programmati ab origine. Il giudice dell'esecuzione deve, pertanto, verificare con particolare attenzione la sussistenza di tali requisiti, non potendo fondare il riconoscimento della continuazione sulla sola appartenenza del condannato all'associazione mafiosa e sull'utilizzo della forza di intimidazione del sodalizio nella commissione dei singoli reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI TORINO;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 04/04/2019 della CORTE APPELLO di TORINO;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALIFFI FRANCESCO;
lette le conclusioni del PG ROMANO GIULIO che ha chiesto l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Torino con ordinanza resa in data 4.4.2019, in accoglimento dell'istan…

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