Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22125 del 27 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:22125PEN

Massima

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Il tentativo di corruzione di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, mediante offerta di denaro o altri valori, è punibile ai sensi dell'art. 322, comma 2, c.p., anche quando le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria riguardino altri illeciti non inerenti all'oggetto dell'indagine già avviata. Infatti, il divieto di utilizzazione dibattimentale delle dichiarazioni spontanee previsto dall'art. 350, comma 7, c.p.p. opera solo per le affermazioni che attengano al fatto già posto ad oggetto delle indagini, mentre non sussiste per procedimenti concernenti altri reati non inerenti all'oggetto dell'indagine in corso. Pertanto, le dichiarazioni mediante le quali sia stato posto in essere un reato, come nel caso del tentativo di corruzione di un pubblico ufficiale, sono pienamente utilizzabili nella fase dibattimentale del relativo procedimento, in quanto costituiscono il fatto storico che integra gli elementi costitutivi del reato contestato. La responsabilità penale dell'imputato può quindi essere affermata sulla base di tali dichiarazioni, senza che rilevi il loro carattere spontaneo o il fatto che riguardino altri illeciti non connessi all'oggetto dell'indagine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ((omissis)) Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

St. Bo. ;

avverso la sentenza 10 luglio 2008 dalla Corte di appello di Ancona.

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso.

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Presidente Dott. ((omissis)).

Udite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito, per lo St. Bo. , l'avvocato ((omissis)).

FATTO E DIRITTO

La Corte …

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