Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10816 del 30 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10816PEN

Massima

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Il peculato militare si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, che abbia la disponibilità giuridica o materiale di beni dell'amministrazione, se ne appropria mediante artifici e raggiri finalizzati a occultare l'illecita condotta, senza che sia necessario che tali artifici e raggiri siano preordinati all'impossessamento del bene. Ciò si differenzia dalla truffa militare, in cui gli artifici e i raggiri sono strumentali all'ottenimento della disponibilità del bene. Pertanto, il peculato militare sussiste anche quando l'agente, pur avendo la disponibilità del bene per ragioni del suo ufficio, pone in essere condotte fraudolente unicamente per occultare l'appropriazione indebita, senza che sia necessario l'ulteriore requisito dell'induzione in errore della pubblica amministrazione. La condotta appropriativa può realizzarsi mediante diverse modalità, come l'emissione di ordini di pagamento non dovuti, l'incasso di titoli di credito o il prelievo di somme in contanti, purché l'agente abbia la disponibilità giuridica o materiale del bene. Gli artifici e i raggiri, come la creazione di poste fittizie o la falsificazione di documenti contabili, sono rilevanti ai fini della configurabilità del peculato in quanto finalizzati a occultare l'appropriazione indebita e non a procurarsi la disponibilità del bene. Pertanto, la qualificazione giuridica del fatto come peculato militare e non come truffa militare prescinde dalla complessità e dall'articolazione degli stratagemmi posti in essere dall'agente per dissimulare la condotta appropriativa, essendo dirimente la disponibilità del bene da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/03/2019 della CORTE MILITARE d'APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere APRILE STEFANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore UFILUGELLI Francesco che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi.
udito il difensore:
- avvocato (OMISSIS), difensore di (OMISSIS), che conclude chiedendo l'accoglime…

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