Il vincolo preordinato all'esproprio, una volta decorso il termine quinquennale di cui all'art. 9 del d.P.R. n. 327/2001 senza che l'amministrazione abbia provveduto alla dichiarazione di pubblica utilità, decade automaticamente, rendendo illegittimi tutti gli atti successivi del procedimento espropriativo, a prescindere dall'impugnazione dell'atto di pianificazione urbanistica che lo aveva originariamente apposto. L'amministrazione, in tal caso, non può più procedere all'espropriazione senza prima aver adottato una nuova pianificazione delle aree interessate, ai sensi dell'art. 50 della legge regionale n. 38/1999. Il mancato rispetto del termine quinquennale per la dichiarazione di pubblica utilità comporta, pertanto, la decadenza del vincolo preordinato all'esproprio, con conseguente annullamento di tutti gli atti successivi del procedimento ablatorio, senza che il ricorrente sia tenuto a impugnare anche gli atti estranei alla procedura espropriativa, come i provvedimenti di approvazione del progetto esecutivo o di affidamento di incarichi professionali. L'accertata decadenza del vincolo preordinato all'esproprio determina l'illegittimità radicale e insanabile di tutti gli atti del successivo procedimento espropriativo, rendendo superfluo l'esame degli ulteriori motivi di censura.