Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25418 del 13 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:25418PEN

Massima

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Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: Le minacce gravi, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 612, comma 2, c.p., devono essere valutate non solo sulla base del tenore intrinseco delle espressioni utilizzate, ma anche in considerazione di tutti gli elementi contestuali della condotta, quali il pregresso rapporto tra l'autore e la vittima, l'eventuale presentazione di denuncia o querela da parte di quest'ultima, nonché le sue dichiarazioni circa il grado di turbamento subito. Tali circostanze, nel loro complesso, devono essere apprezzate dal giudice di merito, la cui valutazione è incensurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o motivazionali evidenziabili dal testo della sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 28/11/2012 della Corte d'appello di Trento;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 28 novembre 2012 la Corte d'appell…

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